L'uso di Internet e dei videogiochi da parte degli adolescenti suscita spesso preoccupazioni, ma nel mondo virtuale, i ragazzi trovano uno spazio sicuro per esprimersi, allontanarsi dalle difficoltà quotidiane e scoprire nuove parti di sé. Questo articolo esplora come la vita online possa rappresentare sia un rifugio che un rischio, sottolineando l'importanza di instaurare un dialogo aperto e consapevole con i giovani.
Dott.ssa Manuela Occhetti

La tecnologia è un elemento che da molti decenni continua a operare cambiamenti importanti nelle nostre vite. In particolare, gli adolescenti utilizzano questo strumento in molti modi, originali e articolati, ma spesso ci sono alcuni rischi connessi.
Dipendenza da Internet
Quando si parla di adolescenti e Internet, si sente spesso nominare l’Internet addiction, (dipendenza da internet) in riferimento a questa fascia d’età e si guarda ad essa con preoccupazione, classificandola in un’area critica poco precisa.
Si potrebbe definire la dipendenza da internet come un utilizzo eccessivo della rete, insieme a modificazione delle abitudini, della vita quotidiana, dell’umore, con presenza di fenomeni di astinenza, aggressività e conflitti familiari connessi ad essa.
Tra vita reale e vita digitale: l'onlife
Floridi, filosofo italiano contemporaneo, nel 2015 ha coniato il termine onlife, per descrivere l’interazione continua tra vita reale e virtuale, che caratterizza sempre più sia la dimensione sociale e relazionale, sia quella lavorativa.
Per capire meglio questo concetto, possiamo immaginare, ad esempio, una situazione quotidiana di lavoro o di studio: siamo concentrati nella nostra attività e ci arriva un messaggio su Whatsapp, una notifica di Calendar che ci ricorda un appuntamento, oppure chiediamo ad Alexa di cambiare la musica di sottofondo. Questo significa che i confini spaziali e temporali sono sempre meno definiti e noi siamo raggiungibili e disponibili in qualunque momento.
Alla luce di questo aspetto importante, come possiamo collocare e comprendere la scelta di alcuni adolescenti di rifugiarsi nella vita online, a scapito di quella reale?
I ragazzi, in questo periodo della loro crescita, sono chiamati ad affrontare e superare sfide evolutive importanti, spesso accompagnate da profonde difficoltà. Nell’esperienza reale, i contesti di incontro con l’Altro portano a scontrarsi con insuccessi, limiti, confronti che invadono il Sé con sentimenti di inadeguatezza e insicurezza, arrivando a far sperimentare un dolore mortificante.
Le funzioni dei videogiochi
Il mondo virtuale, specialmente quello dei videogiochi, contiene in sé diverse funzioni che favoriscono la scelta dei ragazzi di dedicarsi ad esso.
Funzione protettiva: nei videogiochi è possibile sperimentare uno spazio di socializzazione contenuta e in cui è consentito far emergere la propria aggressività, senza sottoporsi allo sguardo e al giudizio altrui. Lo schermo risponde al bisogno di essere protetti da probabili minacce presenti all’esterno e i timori di non essere capaci, di non essere perfetti, di non fare bella figura, sono assenti o notevolmente ridotti.
Funzione anestetica: la tristezza, la solitudine, il vuoto sperimentato, vengono messi a tacere, non esistono più ed è possibile dare spazio a una speranza di farcela, di essere capaci e di non essere soli.
Funzione di sperimentazione: durante il processo di crescita, ogni adolescente deve fare i conti con i cambiamenti corporei in atto, i quali portano a sentirsi inadeguati, brutti, sbagliati, spesso deformi. All’interno della rete, il corpo può non essere considerato, non è necessario per incontrarsi; è possibile, anzi, scegliere di modificarlo, ad esempio nei videogiochi, costruendo un personaggio che rispecchia il vero Sé e le proprie potenzialità. Ci si può anche allenare e sperimentare la sconfitta e l’insuccesso, ma sempre in modo contenuto e potendo evitare lo sguardo degli altri.
Come entrare nel loro mondo?
Il primo passo per iniziare a prendersi cura delle angosce degli adolescenti può essere quello di interessarsi alla loro vita online, cercando di sintonizzarsi con loro e instaurando un dialogo aperto che possa portare alla comprensione e all’empatia. Mantenendo un atteggiamento curioso e sinceramente intenzionato a capirci di più, si possono porre domande ai ragazzi circa le loro attività virtuali, accettando i loro silenzi e rispettando gli spazi, non dimenticando di monitorare sempre, a seconda dell’età.
È possibile anche condividere con loro qualche partita ai videogiochi, senza pretendere, però, che diventi un appuntamento quotidiano. La delicatezza e la flessibilità dovrebbero contraddistinguere gli interventi delle figure significative di riferimento, mantenendo anche una fermezza delle regole. A questo proposito, infatti, concordare con i ragazzi tempistiche e modalità dell’accesso a Internet, non sono sintomo di rigidità, ma sono un segno di presenza e di cura.
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