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Aiuto, mio figlio non ragiona!

Le emozioni dei bambini possono sembrare caotiche, ma riflettono il loro sviluppo cerebrale. Capire come gli emisferi destro e sinistro reagiscono alle esperienze è fondamentale per aiutarli a ritrovare l’equilibrio. Sintonizzarsi emotivamente con loro permette di favorire una crescita armoniosa, integrando le emozioni con la razionalità.

Dott.ssa Martina Lopez





Nel contesto familiare quotidiano, spesso ci troviamo a gestire tensioni e sfide, come litigi tra fratelli, discussioni sui compiti e battaglie sui videogiochi; in queste situazioni arrivare al giorno dopo costituisce già un be traguardo.

Tuttavia, desideriamo che i nostri figli non solo sopravvivano a queste difficoltà, ma prosperino, sviluppando tutto il loro potenziale emotivo, intellettuale e sociale.


Diversi studi hanno dimostrato come le esperienze vissute con le figure di riferimento influenzano profondamente lo sviluppo cerebrale dei nostro bambini, plasmandone l'identità.

Comprendere, dunque, come il cervello si adatti e si modifichi in risposta al nostro modo di educare e di prendersi cura, può essere cruciale per promuovere il loro benessere.


Ma come funziona il nostro cervello?

Possiamo immaginare il nostro cervello come una squadra con vari membri, ognuno con un compito specifico, che lavorano insieme in armonia. 

È possibile osservare e raccontare questo magnifico organo in diversi modi; un primo livello di integrazione necessario è quello tra emisfero destro e sinistro. Semplificando possiamo dire che il sinistro si occupa prevalentemente di logica e organizzazione, mentre il destro gestisce creatività ed emozioni. 


Nei primi anni di vita, i bambini dipendono maggiormente dall'emisfero destro per comunicare, poiché non hanno ancora sviluppato pienamente le capacità logiche e linguistiche.

Tuttavia, durante la ben nota fase dei "perché?", l'emisfero sinistro dei bambini inizia a emergere, segnando un passo importante nello sviluppo cognitivo.



Quando i due emisferi non vanno d’accordo 

Capita, però, che i due emisferi non siano sempre sulla stessa lunghezza d'onda; come se ogni tanto uno volesse andare al parco divertimenti e l'altro preferisse stare a casa a leggere un libro.

Possiamo notare che ciò avviene, ad esempio, osservando un bambino che va su tutte le furie per un motivo apparentemente insignificante. In quel momento, l'emisfero destro sta prendendo il sopravvento, mentre il sinistro cerca di trovare la sua strada tra tutte quelle onde emotive!

Quando ci troviamo di fronte a situazioni in cui il nostro bambino sembra irrazionale o discute con noi su questioni apparentemente senza senso, la nostra prima reazione potrebbe essere quella di difenderci o cercare di spiegare la logica della nostra posizione. Tuttavia tale approccio potrebbe risultare inefficace, poiché il bambino, in quel preciso momento, potrebbe essere dominato dall'emisfero destro, che non risponde bene alla razionalità. 



Non ragionare ma sintonizzarsi

Invece di lanciarsi in una discussione senza fine, è possibile provare a fare un'incursione nel mondo delle emozioni del  bambino; utilizzando segnali non verbali come un sorriso complice, un tono di voce gentile e magari un abbraccio caloroso, è possibile trasmettere che lo capiamo e che siamo lì per lui, indipendentemente dalla logica della situazione.


Questo tipo di connessione emotiva potrebbe essere proprio ciò di cui ha bisogno per sentirsi compreso e amato. Parliamo a tale riguardo di “sintonizzazione” in quanto, attraverso questo approccio, aiutiamo i bambini a sentirsi visti ed ascoltati prima di rivolgersi all’emisfero sinistro e dunque affrontare i problemi in modo razionale, ad esempio, spiegando al bambino perché un certo comportamento non è adatto e pianificando insieme a lui come migliorarlo. Questo approccio coinvolge entrambi gli emisferi del cervello del bambino, permettendogli di pensare e comportarsi in modo più integrato.


È importante riconoscere che questa strategia non sempre funziona. Ci saranno,infatti, momenti in cui le emozioni potrebbero esplodere incontrollate, oppure, potrebbe essere semplicemente affamato o stanco e aver bisogno di mangiare o riposarsi. 

Inoltre, talvolta, potrebbe essere necessario interrompere un comportamento pericoloso allontanando il bambino da una determinata situazione prima di provare a sintonizzarsi con lui. Tuttavia, questo approccio in molte circostanze potrà risultare un vero e proprio salvagente che aiuta il bambino a rimanere a galla e noi adulti a non affondare con lui. 




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